Foskolo, come discusso più volte, c'è differenza fra misurazioni da satellite (quelle che citi, usate da UAH e Spencer, per il quale ogni record di temperatura è una pugnalata al cuore...) e misurazioni a terra (quelle usate dal NOOA)..
Hanno entrambe vantaggi e svantaggi (i satelliti sono più globali, ma misurano la temperatura del terreno, non dell'aria, usando metodi diversi e non continuamente, per esempio a causa delle nubi, i termometri misurano la temperatura dell'aria vicino al suolo, con una metodologia uniforme, testata da 100 anni, e continuamente nel tempo, ma sono messi in modo irregolare sul terreno, con aree ipercoperte e altre scoperte),
http://www.esa.int/Our_Activities/Observing_the_Earth/Taking_Earth_s_temperature
Che i metodi da satellite abbiano qualche problema, lo rivela lo stesso articolo che citi, che arriva a due conclusioni diverse (3° o 6° maggio più caldo), usando due metodi diversi di elaborazione delle temperature satellitari.
Personalmente, essendo un terrestre attaccato al suolo, mi sembrano più rilevanti quelle ottenute dagli umili termometri delle stazioni meteo, ma attendo con ansia il giorno i cui si due set di dati, potranno essere sovrapponibili e interscambiabili.
Sul futuro El Nino, mi sembra interessante notare che per ora non sembra aver avuto influenza: i record più forti di temperatura di maggio vengono dal cuore dell'Asia e dell'Australia, non dalla costa orientale del Pacifico.
PS: mi chiedo se nessuno ha mai pensato di usare le tecnologie impiegate per i radiocollari per animali, per completare la copertura della rilevazione dei dati di temperatura a terra, creare cioè microstazioni meteo alimentate con batterie solari, da lanciare da aerei sulle zone più impervie, che trasmettono periodicamente i dati raccolti, via satellite.
Certo durerebbero poco o potrebbero finire in luoghi inadatti, ma essendo molto semplici ed economiche, se ne potrebbero usare in tale quantità da sopperire ai difetti e guasti delle singole stazioncine.